Dove compro un Fondo Comune d’Investimento?
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Come abbiamo ricordato durante il nostro viaggio, i fondi comuni di investimento possono essere acquistati da intermediari finanziari. Si tratta di sportelli bancari, consulenti finanziari, private bankers o promotori finanziari. È anche possibile acquistare i fondi rivolgendosi direttamente alla SGR.
In tutti questi casi è bene prestare attenzione al soggetto che ci vende il fondo in quanto può accadere che gli interessi del soggetto non coincidano con quelli del risparmiatore.
Alcune Società di Gestione del Risparmio, come AcomeA SGR, offrono la possibilità di acquistare i fondi Online direttamente sul proprio sito. L’acquisto online presenta alcuni vantaggi:
- una riduzione dei costi, infatti con l’acquisto online si decurtano dalla commissione di gestione i costi legati alla consulenza.
- la totale flessibilità in termini di tempo e modalità d’acquisto. Per sottoscrivere o rimborsare il proprio investimento e non è necessario l’utilizzo di alcun modulo cartaceo e neppure recarsi in banca o prendere un appuntamento con il proprio consulente, tutto può essere fatto online.
Da qualche tempo alcuni fondi comuni possono essere anche acquistati direttamente sul mercato della Borsa italiana. Si tratta di una notizia decisamente positiva per gli investitori, che possono avere accesso a più prodotti senza dipendere dalla sola gamma offerta dalla propria banca. Banche e promotori finanziari (non indipendenti) offrono infatti esclusivamente il ventaglio di fondi appartenenti alle società di gestione a cui fanno capo o con le quali hanno un accordo di distribuzione. Oltre alla maggiore concorrenza, i fondi quotati, non prevedendo il servizio di consulenza, devono (o almeno dovrebbero) essere offerti ad un costo commissionale ridotto rispetto al canale tradizionale. Ciò è molto importante per i risparmiatori che volendo avvalersi di un servizio di consulenza lo possono pagare a parte ed essere così in grado di valutarlo e sceglierlo con maggiore consapevolezza. Il mercato dei Fondi quotati consente inoltre di investire anche iniziando con importi decisamente piccoli.
I fondi possono essere sottoscritti anche presso consulenti finanziari indipendenti (CFI). Queste figure sono liberi professionisti che operano indipendentemente, svincolati da istituti finanziari, secondo le regole dettate dall’autorità di vigilanza e dalla Direttiva dell’Unione europea relativa ai mercati degli strumenti finanziari (MiFID). Tale direttiva impone che i consulenti finanziari indipendenti possano operare solo se hanno le qualifiche e i requisiti necessari per adempiere a tale attività. Ciò che differenza i CFI da qualsiasi altro operatore come private bankers o promotori finanziari è che la loro remunerazione deriva solo dal cliente e non percepiscono alcuna commissione o provvigione da banche o altre società del settore.
Conflitto d’interessi: un rischio quando si investe
Il fatto che le Banche e gli altri intermediari vendano prodotti della casa da cui vengono remunerati deve far considerare al risparmiatore il rischio che la banca, il promotore finanziario o le SGR abbiano un conflitto di interessi nel suggerire uno specifico prodotto finanziario. Spesso e volentieri infatti sono offerti fondi che rispondono più agli interessi delle reti di vendita che a quelli del cliente. Il conflitto di interessi può riguardare non solo prodotti complessi, ma anche quelli più semplici detti anche “plain vanilla”. Per esempio i dati di Assogestioni mostrano che negli ultimi anni gli italiani hanno riversato i loro risparmi su alcune tipologie precise di fondi comuni di investimento (in particolare i cosiddetti “fondi a cedola”). Questo dato di certo non scaturisce da un mutamento nella propensione al rischio o nelle preferenze dei risparmiatori, ma dal fatto che le banche hanno iniziato a pubblicizzare questi prodotti dai quali incassano notevoli commissioni. Molti fondi a cedola (in cima alla classifica die fondi più venduti) prelevano le commissioni di collocamento molto utili alla redditività delle banche.