Quanti soldi mi servono per investire?
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Siate sinceri. Avete 5 euro in tasca e solo due alternative: investirli o tentare la fortuna con un Gratta e Vinci. Cosa scegliereste? Probabilmente, molti di voi sceglierebbero di giocarsi la fortuna. Il motivo è semplice: il senso comune vuole che per investire servano cifre importanti. Anche la realtà sembra avvalorare questa tesi: l’80% dei sottoscrittori di fondi comuni, secondo Assogestioni, ha una ricchezza finanziaria che supera i 100 mila euro.
... La classica profezia che si auto-avvera ...
Ma investire è veramente una cosa riservata ai ricchi? Ci vogliono molti soldi per investire?
Sfatiamo subito questo mito: se da un lato è vero che alcuni prodotti finanziari hanno barriere all’ingresso elevate, ne esistono moltissimi che non richiedono le fortune di Paperon de Paperoni per poter iniziare a pianificare il proprio futuro.
Certo, ci sono obbligazioni societarie dal taglio minimo di 100 mila euro, i Btp e gli altri titoli di stato si possono comprare solo a partire da 1.000 euro, o addirittura alcuni hedge fund accessibili solo con patrimoni superiori a 500.000 euro (e meno male, diremmo noi, dato che non si tratta di prodotti per tutti!).
Lo svantaggio di investire in tali prodotti, oltre alla barriera del capitale richiesto, risiede nel fatto che i nostri 100.000 euro o 1.000 euro sono concentrati solo in quell’unica obbligazione o Btp. Con questi investimenti viene meno uno dei principi fondamentali della gestione di portafoglio: la diversificazione. Infatti se la società o lo Stato in cui abbiamo investito dovessero trovarsi in cattive acque, tutti i nostri 100.000 euro ne risentirebbero, e parecchio, proprio perché concentrati e legati alle sorti di un unico emittente.
Fortunatamente, però, esistono strumenti per investire più accessibili e diversificati come ad esempio i fondi comuni di investimento o gli ETF. A differenza dell’acquisto di un titolo societario, questi strumenti investono in centinaia di titoli (anche 200 o 300), quindi chi investe anche 10 euro in un fondo comune ha un’esposizione ad una grande varietà di titoli. La probabilità che vadano tutti molto male contemporaneamente (= falliscano tutti insieme e il nostro investimento vada a zero) è praticamente nulla. Lo stesso, invece, non si può dire per un’obbligazione societaria o per un titolo di Stato, la cui Storia è costellata di default.
L’altro grande vantaggio dei fondi comuni è il loro essere strumenti democratici. Infatti sia che si investano 10 euro (una o due quote) o 1 milione di euro, il nostro risparmio verrà trattato esattamente allo stesso modo, e le opportunità di rendimento per i nostri risparmi saranno pressoché identiche. Certo, anche alcuni fondi hanno una soglia minima che può essere pari a 50 o 100 euro. Ma gli sviluppi dei mercati finanziari hanno portato alla nascita, all’estero e anche in Italia, di soluzioni estremamente accessibili. E soprattutto, più remunerative di un Gratta e Vinci.