08/10/2013
Telecom Italia: un angelo caduto?
Aumentano le probabilità che il debito di Telecom Italia riceva un rating speculativo da S&P: la casa americana ha annunciato in serata il “credit watch” negativo, preludio ad un possibile downgrade a BB. In realtà l’agenzia non dice niente di particolarmente nuovo al mercato, nel senso che la performance reddituale calante, a fronte dell’elevato debito, rende da tempo sempre più difficoltoso il servizio del debito.
Il mercato ha già iniziato ad anticipare l’effettivo taglio del rating che, se avvenisse, avrebbe due conseguenze: in primo luogo comporterebbe un aumento della spesa per interessi sul nuovo debito che la società potrà emettere, peggiorando quindi la sostenibilità degli oneri finanziari, ed in secondo luogo potrebbe portare a vendite forzate da parte di quegli investitori che hanno limiti legati al rating (per esempio fondi ancorati ad un benchmark o ETF investment grade), senza che la base dei compratori “forzati” (per esempio fondi ancorati ad un benchmark o ETF speculativo) possa rapidamente compensare tale pressione. L’analisi dei casi di downgrade al livello speculativo (i c.d. “fallen angels”) evidenzia che in molti casi il periodo dei downgrade è quello più turbolento ed in cui si raggiungono i massimi di spread, per poi successivamente tornare a recuperare il terreno perduto, ovviamente se ci sono le basi fondamentali. Un eventuale aumento di capitale (apparentemente reso meno probabile dalle recenti dimissioni del CEO che lo caldeggiava) o la vendita di TIM Brazil potrebbero far rientrare tale orientamento. In questo senso le difficoltà di Telecom Italia paiono aggravate dalla lunghezza del periodo in cui la società non è stata in grado di rilanciare le proprie potenzialità reddituali e dal fatto che la cessione di assets (TIM Brazil, la rete fissa in Italia) libererebbero sì risorse per ridurre il debito, ma comportano anche diminuzione di ricavi nel futuro.
In questo momento possiamo dire che il differenziale di rendimento di Telecom Italia non è molto lontano da quello di un titolo speculativo BB, tuttavia, in concomitanza con i possibili downgrade (ricordiamo che anche Moody’s è orientata ad una mossa simile), i prezzi delle obbligazioni potrebbero ancora risentirne. Confermiamo quanto espresso in occasione del riassetto azionario, ritenendo che, benché volatile, la posizione che abbiamo costruito sul titolo possa in futuro dare soddisfazione e valuteremo eventuali situazioni di eccessivo stress per aumentare le nostre posizioni.
Sul lato equity, manteniamo invariata la nostra esposizione considerando, in aggiunta a quanto detto, le potenzialità legate alla valorizzazione della rete specie se attuata mediante lo scorporo della stessa.
Pubblicato il 8/10/13
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