11/11/2013

Commissioni di performance: quando e come?


domanda del saggioInvestendo in un fondo comune il risparmiatore è chiamato a pagare per il servizio che riceve. Questi costi non sono tuttavia sempre uguali come importo e come modalità di calcolo. Analizziamo qui di seguito le commissioni di performance (o di incentivo) che per loro natura, e per una regolamentazione non perfetta, rappresentano uno dei costi più variabili e potenzialmente lesivi per i rendimenti dei risparmiatori.

Le commissioni di performance sono commissioni pagate alle SGR quando il fondo guadagna e costituiscono quindi un incentivo per la società a generare un rendimento positivo per i clienti. Il concetto di ‘guadagno’ varia a seconda che il fondo faccia o meno riferimento a un indice (benchmark): nel primo caso si parla di guadagno quando il rendimento del fondo supera quello dell’indice, nel secondo caso invece fa fede la performance assoluta del fondo.

Dietro a questa semplice impostazione si nascondono importanti differenze determinate sia dalla normativa del paese da cui proviene il fondo sia dalle scelte specifiche delle SGR. Vediamo di seguito a quali aspetti a cui fare attenzione nel scegliere un fondo comune per garantirsi le maggiori tutele ed evitare di pagare commissioni di performance non dovute.

Il primo elemento critico è la periodicità con cui le commissioni vengono prelevate. Maggiore la periodicità, minore la tutela per il risparmiatore. Guardiamo ad esempio il grafico: se le commissioni sono prelevate con cadenza mensile, il risparmiatore le pagherà tutti i mesi in cui si registra una performance positiva (o superiore al benchmark). L’alta frequenza del prelievo fa sì che si moltiplichino le occasioni di pagamento, anche se il valore del fondo è inferiore a quello toccato nei mesi precedenti. Al diminuire della periodicità del pagamento si riduce il rischio di pagare per temporanei rialzi seguiti poi da perdite (nel grafico la mommissione annuale viene pagata solo a fine anno).

Commissioni performance

La normativa della Banca d’Italia, cui sono soggetti i fondi di diritto italiano, impone il pagamento delle commissioni di performance su intervalli non inferiori a 12 mesi. Il risparmio italiano è solo parzialmente tutelato da questa normativa, perché gran parte dei risparmi degli italiani sono investiti in fondi di diritto estero, sia di società straniere sia di società italiane che vendono fondi tramite proprie SICAV in paesi quali Irlanda e Lussemburgo, e sono dunque soggetti a regole molto meno stringenti. In questo modo le SGR sono in grado di far pagare più commissioni di performance (con cadenza anche trimestrale o addirittura mensile), a discapito del rendimento netto dei clienti. Purtroppo questi prodotti possono essere venduti in Italia a fronte di una semplice autorizzazione.

Scegliere un prodotto di diritto italiano è quindi un primo passo per essere maggiormente tutelati e non pagare commissioni indebite, tuttavia anche la normativa italiana non è perfetta. Un elemento da ricercare in un fondo di investimento sono commissioni di performance calcolate secondo il metodo dell’high watermark senza reset periodico.

Le SGR che utilizzano l’high watermark (tradotto, livello dell’acqua alta) nel calcolo delle commissioni di performance fanno pagare il cliente solo quando il valore del fondo supera i massimi assoluti. Il fatto di non avere un momento periodico di reset significa che l'investitore paga per le performance una sola volta nella vita dell'investimento. Nella pratica, si valuta l’andamento del fondo giornalmente e, se questo supera il massimo mai raggiunto fino a quel momento, si trattiene una quota di quel rendimento a titolo di commissione di performance. L’high watermark è estremamente vantaggioso per il cliente perché:

  • allinea completamente l’interesse della SGR a quello del cliente fornendo quindi davvero un incentivo ad avere una performance crescente,
  • garantisce di pagare solo quando il fondo guadagna nel lungo periodo,
  • garantisce che paghino effettivamente le commissioni quei clienti che hanno beneficato della buona performance (fatto che non si verifica necessariamente con altri metodi di calcolo).

Nell’attesa che Banca d’Italia renda obbligatorio per tutti i fondi (di diritto italiano) l’adozione dell’high watermark senza possibilità di reset periodico (ossia facendo sempre riferimento al massimo realizzato dall’adozione dell’high watermark), l’investitore può evitare brutte (soprattutto costose) sorprese facendo un po’ di attenzione.

AcomeA crede fermamente nel fatto che non possa esserci guadagno se non guadagnano anche i propri clienti, per questo l’high watermark senza reset è una caratteristica di tutta l’offerta fondi.

 

P.S. Come eccezione alla regola per cui maggiore è la frequenza con cui si pagano le commissioni di performance peggio è per l’investitore, nel caso del high watermark (senza possibilità di reset periodico) è vantaggioso per il cliente che il calcolo delle commissioni avvenga su base giornaliera, ma rimandiamo questo approfondimento alla prossima puntata.

 Leggi in proposito lo speciale di Plus24 sul Sole 24 ore.

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